Intervista a Roberta Galifi

L’incontro, seppur a distanza con Roberta Galifi, autrice di “Ritorno a Venezia” (edito da Aramando Siciliano Editore), mi ha riportato in un mondo retrò molto affascinante. È stato come se fossimo salite sulla macchina del tempo per farci catapultare a Venezia, nel 1970. Insieme abbiamo rivisto un’Italia che si avvicendava tra l’emancipazione femminile e alcuni temi sociali come il divorzio che iniziava a cercare un posto nelle sfere giuridiche.
Abbiamo riconsiderato un amore di coppia turbolento, con una violenza quasi ancora legittimata. Un amore struggente riacceso dai ricordi e da una rivelazione finale che solca una ferita nel cuore.
“Ritorno a Venezia” è un libero sequel narrativo del romanzo-film Anonimo Veneziano di Giuseppe Berto e del regista Enrico Maria Salerno
Affronta diverse tematiche fra cui, la più importante, l’amore che sta al di sopra di ogni cosa, colorato da pennellate di gelosia e rabbia, per un sentimento (forse) non corrisposto. Momenti di allegrezza, spensieratezza, di due giovani innamorati che si amano alla follia, ignari delle disgrazie che incombono sul loro destino. E infine, la malattia, il dolore e la disperazione di un uomo che, davanti agli improvvisi ostacoli della vita, si sente tormento perché non riesce a cambiare l’epilogo della sua storia d’amore.
Giorgio e Nicole sono i personaggi principali del nuovo romanzo scritto da Roberta che, con uno balzo temporale di oltre 50 anni, ha voluto dare un seguito narrativo non solo a un eccellente lavoro dello scrittore Berto ma anche a una bellissima pellicola portata sugli schermi televisivi negli anni settanta.

Roberta, quando ha sviluppato il suo interesse per la scrittura?
Ho sviluppato l’interesse per la scrittura dopo aver affrontato un passaggio di genere, che mi ha spinta a scrivere dell’arzigogolato e difficile percorso che ho dovuto superare per cercare di trovare e essere me stessa. Ho scritto un romanzo inedito della mia vita (che prima o poi pubblicherò) dove racconto la mia infanzia e lo strascico del mio intervento chirurgico. Dopo la mia biografia, mi sono impegnata a scrivere altri romanzi, fra cui “Ritorno a Venezia”, sequel narrativo di un film degli anni Settanta con cui ha esordito nel mondo della scrittura. Ho capito che questo lavoro a cui mi sono dedicata da qualche anno poteva essere pane “fresco” per la fame dei lettori più accaniti che amano dedicarsi alla lettura vintage.
Da dove arriva l’impulso per scrivere Ritorno a Venezia?

La genesi del romanzo Ritorno a Venezia è stata casuale: non era previsto il concepimento di alcun romanzo ma sembra di aver sprigionato parecchia curiosità. Tutto nasce dall’ascolto di una canzone italiana. Avevo comprato qualche anno prima un cd della Vanoni e, imbattendomi nelle tracce musicali, rimango colpita e affascinata dalla canzone “Anonimo Veneziano”. Le mie ricerche su internet mi portano a scoprire che è la colonna sonora di un vecchio film con lo stesso titolo.
Stupita dalla scoperta, decido di vederlo e, appresso un’altra emozione, mi accorgo che uno dei personaggi principali è proprio una delle mie attrici preferite, Florinda Bolkan, coprotagonista con Tony Musante.
Stregata dal fascino degli attori, dall’alone vintage che il film presenta e interessata alle tematiche che la pellicola di Enrico Maria Salerno espone, ho deciso di scrivere un seguito, sperando che in futuro possa diventare un sequel cinematografico.
Che messaggio vuole iniviare a chi legge il suo romanzo?
Tema fondamentale del romanzo è l’amore per la vita e per le persone che ci stanno accanto. Grazie anche alle pennellate di un cortese erotismo, di ironia mai fine a sé stessa, d’ilarità e di momenti spensierati, evidenzia il fatto che la vita va vissuta giorno per giorno e goduta appieno, senza nessuna riserva. Lungo la vicenda narrativa si troverà anche lo sviluppo di altri sentimenti, come ad esempio la gelosia, la rabbia, l’essere impotente nei confronti delle ingiustizie che il destino impone e, infine, la resa meschina ma necessaria di fronte alla morte.
Quest’ultima assume un ruolo assai importane nel romanzo “Ritorno a Venezia” e l’autrice ci invita a riflettere su di essa poiché decide non solo la sorte dei personaggi fittizi ma anche il destino della nostra felicità.
Roberta, quali sono i suoi progetti futuri?
Spero che il mio attuale romanzo Ritorno a Venezia possa diventare un seguito cinematografico, una volta suggerito a registi e produttori. Sono convinta che il mio lavoro ha proprio le caratteristiche giuste per diventare il sequel del celebre Anonimo Veneziano. Mi sto muovendo in lungo e largo per portare avanti tali propositi, anzi lancio un appello a tutti gli sceneggiatori, registi e produttori che stiano cercando un soggetto da trasformare in pellicola.
In quest’ultimo periodo mi sto dedicando alla stesura di una trilogia fantasy-thriller ispirata al film Il bacio della pantera (Cat People, un horror-fantasy del 1942).
Ho già terminato il primo e il secondo libro e sto lavorando sul terzo. Probabilmente il primo volume verrà pubblicato dopo l’estate dell’anno corrente. È un lavoro a cui mi sono affezionata tantissimo dove ho speso e continuo a impegnare, buona parte del suo tempo.
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Come s’intuisce, una delle particolarità che trasuda dalla nostra scrittrice è proprio quella di partorire libri come seguiti narrativi dai film vintage, quali Anonimo Veneziano e Cat people. Sappiamo pure che dopo aver completato la trilogia fantasy, riprenderà un suo vecchio romanzo giallo, lasciato incompiuto e ispirato, a una pellicola di Emilio P. Miraglia “La dama rossa uccide sette volte…“ questi progetti per il futuro si sommano alle presentazioni del suo attuale romanzo e alle partecipazione in kermesse di moda come stilista.

Chi è Roberta Galifi?
Roberta Galifi è nata nel 1983 in un piccolo comune solitario della Sicilia, dove attualmente vive con la sua famiglia. Ha conseguito il diploma di ragioniera e poi ha frequentato l’Accademia delle belle Arti di Catania, sviluppando un forte interesse per il teatro, il cinema e la moda. Si descrive come una persona solitaria che ama la salitudine, perché in essa trova la tranquillità in un mondo dove regna la frenesia. È del segno dell’ariete e si reputa un tipo molto testardo, crede fermamente nell’amicizia e un po’ meno all’amore. Nutre un certo disinteresse nella politica, che definisce uno dei mali della società e ha un orientamento pressoché cattolico. Ma non nega di avere un rapporto conflittuale con Dio. È incuriosita da tutto ciò che è bello, sano e costruttivo; soprattutto dall’arte e dal cinema di altri tempi. Inoltre ama la cucina italiana e nello stesso tempo lo sport che per qualche anno è stata una delle sue passioni principali, assieme al ballo.
Enrico Maria Salerno
sul set con Florinda BolkanTony Musante sul set